Il Prof. Fabio Di Resta fa il punto sulle frodi telematiche bancarie e le responsabilità del danno derivante dalle frodi, in un contesto di crescita esponenziali di attacchi di phishing tradizionale ma anche tecniche di ingegneria sociale più evolute.
Le più recenti indagini in ambito cybersecurity mostrano come i criminali informatici siano in grado di utilizzare nuovi software malevoli sempre più sofisticati potendo aggirare misure di sicurezza predisposte dalle organizzazioni. Mentre le organizzazioni, imprese e pubbliche amministrazioni, pongono attenzione alla protezione degli asset informativi e delle informazioni strategiche aziendali, rappresentando una priorità irrinunciabile, nuovi software malevoli si diffondono esponenzialmente. Tra questi, non si possono non menzionare i ransomware che spesso criptano banche dati in cambio di una richiesta di pagamento. Questa tipologia di attacco è una chiara sfida al sistema di protezione implementato anche sul piano organizzativo e di adeguata formazione, del personale delle pubbliche amministrazioni e imprese, devono tentare di vincere, da una parte elevando sfide e dall’altra tenendo in linea con i migliori standard le soluzioni tecnologiche. Dato il contesto generale non certo facile, non solo per il fattore pandemia ma anche per il conflitto russo-ucraino, investire di più e meglio non è semplice. Soprattutto nel settore delle piccole medie imprese, si ritiene che il problema sia culturale. La non adeguata formazione del personale IT coinvolto in ambito cybersecurity e la limitata sensibilità a livello di management rappresentano dei fattori di resistenza certamente rilevanti e che possono impedire di raggiungere un livello di protezione adeguato sia in ambito di protezione dei dati personali sia di cybersecurity.
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